Qualche tempo fa una conoscente mi ha chiesto: “Come definiresti il lavoro dell’Interior Designer?” Questa domanda, in apparenza semplice, sotto certi punti di vista mi ha messo in difficoltà. Non sempre è facile dare voce ai propri pensieri o condividere il proprio sentire. Nei giorni seguenti ho cercato quindi di riflettere meglio sul significato che io do a questa professione.
Sono partita dalla definizione che ne da Wikipedia: “Il design degli interni o interior design o architettura degli interni è la progettazione degli spazi e degli oggetti d’uso comune all’interno di un luogo chiuso, sia esso un’abitazione privata, un esercizio commerciale, uno spazio ricettivo, un ambiente di lavoro”. E ancora : “(….) il progettista presta particolare attenzione agli aspetti pratici e funzionali del vivere la casa, ad esempio che i mobili abbiano il giusto dimensionamento, che siano rispettati gli spazi di passaggio, che gli arredi siano disposti in modo comodo e funzionale,(…), che tutto l’ambiente sia in armonia tra l’ingombro degli spazi pieni e l’utilizzo degli spazi vuoti”.
Ovviamente tutto questo è corretto. Però mi sono chiesta se l’Interior Design sia davvero solo questo. Ho cercato così di attingere alla mie esperienze professionali, facendo riferimento anche al campo della psicologia e delle relazioni, per avere un’idea più chiara e completa di cosa sia per me il lavoro dell’Interior Designer.
Come psicologa del lavoro ho acquisito molta esperienza nelle aziende (in veste di formatrice, di coach e di consulente) ed ho ben chiaro che dentro quei contenitori spesso poco “umani” che sono gli uffici, le persone possono trovarsi a lavorare male anche a causa di ambienti non “ottimizzati” per il benessere di chi al loro interno dovrebbe poter dare il meglio di sé.
Come psicoterapeuta mi sono invece concentrata sulle esigenze dei singoli e, al di là delle difficoltà, delle ansie e delle paure di ciascuno di noi, emerge sempre l’esigenza di sentirsi protetti all’interno del nido della propria casa, dove ci si ritira per goderne della funzionalità, del calore e della familiarità.
Da qui è nata l’idea della casa-nido. L’ambiente in cui si vive (sia la casa o l’ufficio) non è solo uno spazio dove svolgere delle attività o passare del tempo, bensì è uno “spazio vitale”, è la protezione e la definizione dei propri confini. Ogni individuo ha bisogno di creare la propria “zona di benessere”, uno spazio in cui eliminare lo stress e le tensioni della giornata per ritrovare la propria pace interiore e il proprio equilibrio mentale, per star bene, essere se stessi, ricaricare le energie stando da soli, oppure insieme ad amici e familiari.
Può un interior designer aiutare a costruire la propria casa-nido?
SI! Per quanto mi riguarda, quello che cerco di fare durante i primi incontri con i clienti è catturare la loro essenza per poterla poi racchiudere nella loro casa, in modo che ogni componente della famiglia possa quotidianamente ritrovare in essa tutto ciò che ama e di cui ha bisogno. Step essenziali sono aiutare i clienti ad identificare uno stile di riferimento da seguire come linee guida per poi cercare di farlo diventare uno stile più personale e ragionare insieme sulla scelta dei colori, che come sappiamo, influiscono fortemente sulle emozioni e sono lo “specchio della nostra anima”. Tendenzialmente non propongo il design all’ultima moda, il colore delle pareti visto sulla rivista o l’arredo che ricorda uno “show room”. Ogni luogo dell’appartamento deve essere comodo, abitato, vivo e, al tempo stesso, bene organizzato.
Quindi oggi, dopo essermi chiarita le idee, alla domanda della mia conoscente risponderei in questo modo: “L’obiettivo del mio lavoro è accompagnare i miei clienti in un viaggio di ricerca e scoperta dei propri gusti personali (stili, colori, arredi), di consapevolezza dei propri bisogni e dei propri interessi e necessità, al fine di realizzare la propria area di comfort e benessere”. Tutto questo tenendo sempre presente che la casa di ciascuno di noi è la rappresentazione della nostra identità ed il palcoscenico della nostra vita.