L’anno è cominciato e, come spesso accade, ci prepariamo a stilare la nostra lista di buoni propositi. Per molti di noi questo periodo è il momento migliore per decidere cosa lasciarsi alle spalle e per stabilire dei nuovi obiettivi: cosa vorrei cambiare della mia vita personale e professionale? Quali progetti da realizzare e priorità da seguire? A questo proposito vorrei condividere con voi una parola/concetto che potrebbe entrare nella vostra lista di buoni propositi per il nuovo anno: la parola è declutter, che non è una semplice parola bensì racchiude in sé una vera e propria disciplina/arte. Partiamo dal significato di clutter, letteralmente “ingombro, disordine, confusione”, che si riferisce a tutti quegli oggetti che spesso invadono i nostri spazi, a casa o in ufficio e che, senza rendercene conto, intervengono sul nostro flusso creativo e sul nostro benessere. Decluttering è quindi la disciplina che insegna alle persone come riordinare i propri spazi, liberandoli dalle cose inutili, dal superfluo e dal caos.
In America, nel Regno Unito e in Australia il problema degli accumuli è noto da tempo e per questo esistono consulenti (de-clutter coach) che insegnano/aiutano manager e casalinghe a gettare via con consapevolezza così da eliminare per sempre oggetti che non hanno più una collocazione o utilità specifica. Secondo uno studio americano, utilizziamo circa il 20% di ciò che abbiamo in casa: l’80% rappresenta quello che non utilizziamo, ma di cui non riusciamo a fare a meno.
Perché avviene questo?
Quante volte ci siamo ripromessi di fare ordine nel nostro armadio, nella nostra casa, nel nostro ufficio e nella nostra vita senza tuttavia riuscire ad andare fino in fondo? Spesso, giunti al momento di scegliere se tenere od eliminare, non riusciamo a decidere e tutto torna come prima. I nostri alibi sono:
- Non si sa mai, potrebbe tornare utile!
- È costato una fortuna!
- È come nuovo!
- Tanto è gratis, prendiamolo!
- Ma è un ricordo!
Questa difficoltà in parte è dovuta alla tendenza dell’essere umano a legarsi non solo alle persone, ma anche alle cose, investendole di significati di ricordi e di emozioni. Inoltre, vivendo in una società consumistica tendiamo ad accumulare oggetti perché abbiamo l’errata convinzione di essere accettati più per “quello che abbiamo”, che per “quello che siamo”. In questo modo, nel tempo si crea un disequilibrio tra le cose che escono e quelle che entrano, si crea confusione nell’ambiente ma anche in noi stessi. Inoltre questi oggetti inutili ci tengono bloccati nel passato e legati al “vecchio”. Quindi la regola principe è: ad ogni cosa che entra in casa deve corrispondere una cosa che se ne va!
La domanda che probabilmente non ci siamo posti è: “Quanto il caos e il disordine che mi circonda può incidere sul mio benessere, sul mio stato d’animo, sulla mia energia?”. In realtà esiste una relazione tra il disordine di una casa e il malessere interiore. A livello psicologico:
- Fa sentire stanchi e svogliati
- Ci tiene ancorati al passato
- Crea confusione mentale
- È demotivante
- Può deteriorare le relazioni con il partner o i colleghi
- Spinge a procrastinare le cose
- Crea stress
A livello pratico il disordine:
- Aumenta il tempo e l’impegno per tenere pulita la casa
- Distoglie l’attenzione dalle cose importanti
- Influisce sulla capacità decisionale
È possibile identificare dei profili di personalità a rischio “accumulazione”?
- Le persone insicure possono circondarsi di oggetti pensando che prima o poi potrebbero servire
- Le persone indecise possono bloccarsi nel momento in cui devono decidere sulla sorte di un oggetto
- Le persone ansiose possono trattenere le cose con la convinzione che appena se ne disfano, tornerà subito utile
- Le persone depresse possono accumulare cose sul pavimento (libri, borse, giornali, cd, dvd,…) come se ci fosse un’energia che li attira verso il basso
- Le persone stressate possono non avere mai il tempo di sistemare le cose perché hanno dei veloci ritmi di vita
- Le persone perfezioniste possono trattenere gli oggetti cercando di trovare un ordine e una organizzazione perfetta
- Le persone nostalgiche possono essere molto attaccate al passato e non riescono ad introdurre piccoli cambiamenti nella loro quotidianità
Se vi ritrovate in uno di questi profili credo che il decluttering debba essere necessariamente uno dei buoni propositi per il nuovo anno. Seguite quindi questi consigli per intraprendere il cammino:
- Prendete un blocchetto e una penna, fate il giro della casa elencando tutte le zone critiche
- Cominciate dalle cianfrusaglie inutili sparse per la casa e dagli oggetti inutilizzati da anni
- Seguite un metodo e dividete il lavoro per zone (bagno, cucina, corridoio, camera letto,…)
- Decidete cosa è clutter: cose che non usiamo o non amiamo più, cose disorganizzate, che non hanno una loro precisa collocazione, troppe cose in uno spazio troppo piccolo, cose da terminare e che ci portano a ripetere “lo terminerò più tardi”, oggetti collegati a relazioni finite o a sentimenti dolorosi (lutti e separazioni)
- Selezionate una cosa per volta e prendete decisioni rapide. Non accumulate pile di oggetti con la scusa di decidere più tardi. Prendete un oggetto e decidete subito se tenerlo o no.
- Il grande architetto Mies van der Rohe diceva “Less is more”. Liberarsi del superfluo può darci lo stesso piacere che abbiamo avuto nel comprarle! Ciò che ci circonda, richiama la nostra attenzione: più cose inutili abbiamo attorno e più la nostra energia sarà trascinata verso il basso
- Ovviamente liberarsi del superfluo non significa necessariamente buttare. Ciò che è inutile per noi, può essere utile per altri. Le cose che abbiamo deciso di non tenere più, possiamo darle in beneficenza o riciclato
A questo punto… non posso che augurarvi un BUON DECLUTTERING!
Bibliografia
- “Decluttering – Sgombrare casa per sgombrare la tua mente” di P.L.Pellegrino
- “Space clearing – libera il tuo spazio, trasforma la tua vita” di Lucia Larese
- “Il magico potere del riordino. Il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita” di Marie Kondo
- “96 lezioni di felicità – Tutti i segreti del metodo Konmari” di Marie Kondo