Conosci la Cromoterapia?
Per cromoterapia si intende l’uso del colore per guarire gli squilibri presenti in alcuni disturbi fisiologici.
Alla base della cromoterapia c’è il concetto di energia. Il corpo umano è un insieme energetico-elettromagnetico in cui le differenti parti “vibrano” in un insieme armonico. Ogni organo ha una sua specifica vibrazione e la malattia è considerata un’alterazione della vibrazione specifica.
Secondo la cromoterapia, se la parte non più in equilibrio viene esposta ad una specifica luce colorata avviene un assorbimento di onde elettromagnetiche: gli atomi delle cellule entrano in risonanza con le frequenze delle onde luminose e recuperano la condizione di equilibrio.
Il sole, che contiene l’intero spettro dei colori, è quindi un toccasana. Il corpo, esposto ai suoi raggi potrà quindi assorbire i colori di cui ha bisogno, respingendo gli altri.
Come si è arrivati a questa conclusione?
Il potere della luce è da sempre riconosciuto e la cromoterapia è stata utilizzata fin dall’antichità.
Ripercorrendo velocemente la storia a ritroso, scopriremo che gli antichi Egizi e i Greci adottavano terapie basate sull’esposizione alla luce solare. Heliopolis – la “città del sole” – ospitava molti templi dove si praticava la terapia solare.
In India la medicina ayurvedica ha sempre tenuto in considerazione l’influenza che i colori hanno sul nostro equilibrio psico-fisico. Nella teoria dei Chakras si sostiene che la luce entra nel corpo attraverso gli occhi (le finestre dell’anima), raggiunge la ghiandola pineale (la sede dell’anima) e continua il percorso toccando i 7 centri energetici che si localizzano esattamente nelle principali ghiandole endocrine.
Durante il Medioevo e l’avvento dell’Illuminismo, le terapie continuavano ad essere praticate, anche se la cromoterapia perse la sua importanza e fu dichiarata una pseudoscienza dal momento che non era sostenuta da riscontri scientifici.
Le basi della moderna cromoterapia risalgono al 1878, quando l’americano Edwin Babbet pubblicò il libro “The principle of Light and Color”. Figura controversa, era venerato da alcuni come il “Profeta del colore” mentre da altri, per lo più i medici, fu disprezzato. Tuttavia, cambiò l’approccio del vecchio sistema terapeutico utilizzando elementi naturali. I casi raccontati nel suo libro evidenziavano l’efficacia delle terapie a base di acqua colorata, sole e aria, e confermavano l’influenza che la luce solare ha sul benessere dell’individuo.
Il medico indiano Dinshah P. Ghadiali ebbe un ruolo decisivo nello studio della cromoterapia. Nel 1933 pubblicò la “Spectro-Chrome Metry Encyclopedia” nella quale spiegava come tutti gli elementi chimici assorbono o emettono una radiazione di lunghezza d’onda determinata (un colore) che può essere considerata come sua “impronta digitale” (ad esempio l’ossigeno emette il colore blu e l’idrogeno emette il colore rosso). Ghadiali scoprì che quando un elemento è esposto alla luce bianca assorbe la frequenza corrispondente alla sua banda spettrale. Gli elementi chimici del corpo umano si comportano nello stesso modo quindi individuò quale fosse la banda spettrale specifica di ogni organo del corpo e sviluppò una composizione di dodici filtri di colore per utilizzarli come sistema cromo-terapico. Inventò la “spettrocromoterapia”, una terapia che prevedeva per ogni patologia l’utilizzo di luci di colori diversi e costruì lo “spettrocromo”, una macchina che consisteva in una forte sorgente luminosa davanti alla quale potevano essere inseriti filtri colorati.
Tra il 1920-1930 il Dr. Riley Spitler partendo dagli studi di Babbit e Ghadiali fece poi un’altra importante scoperta. La cromoterapia risultava più efficace quando la luce era indirizzata direttamente agli occhi. Scoprì infatti che il sistema nervoso autonomo e il sistema endocrino sono legati al cervello attraverso gli occhi di conseguenza, se la luce penetra nel corpo direttamente attraverso essi, ristabilisce l’equilibrio di questi sistemi e di altre funzioni del cervello.
Altro importante contributo venne dalle ricerche e dall’osservazione del Dr. Max Lüscher che studiò il tema delle preferenze per il colore. Partendo dagli studi di Ghadiali, che sosteneva che la preferenza per un determinato colore è legata all’assenza, entro l’individuo, dell’elemento chimico che genera ed emette quel colore, Lüscher concluse che esiste un ‘associazione tra colore e certi stati mentali. Inventò così “Test dei colori di Lüscher”, un test che analizza lo stato d’animo di un soggetto in base alla sua preferenza di colori.
Arriviamo così agli anni novanta con l’idea che i colori possano incidere su tutti gli organi interni attraverso l’influenza sulla ghiandola pineale, sul sistema endocrino, sul sistema nervoso autonomo a sua volta collegato al nervo vago.
Ad oggi la cromoterapia è ancora considerata una pseudoscienza ma sono riconosciuti gli effetti benefici sullo stato psicologico della persona. Tuttavia la ricerca continua e c’è una maggiore apertura sulla possibilità che la luce e il colore possano influenzare non solo la dimensione psicologica ma anche i sistemi fisiologici dell’individuo.
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Di seguito puoi visualizzare le “mappe” sintetiche di ogni singolo colore
Clicca sulle immagini per ingrandirle: